Oggi è importante analizzare gli effetti del Covid19 sulla cura dei tumori.
Nei primi cinque mesi del 2020, secondo una stima dell’Osservatorio nazionale screening, sono stati eseguiti circa 1,4 milioni esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Un ritardo che si traduce in una netta diminuzione di nuove diagnosi e rallentamenti negli interventi chirurgici.
Eppure i dati degli ultimi anni sono confortanti: milioni di persone sono guarite oppure convivono con la malattia, accedendo precocemente alle cure.
Certo, l’impatto emotivo del tumore e del percorso di cura è molto forte, basti pensare che oltre il 65% dei malati soffre di disturbi psicologici causati dalla diagnosi.
A un disagio provocato dalla malattia, si sono aggiunte tutte le conseguenze generate dalla pandemia, letale per un paziente oncologico su quattro.
” I malati di cancro però — sottolinea Francesco De Lorenzo, presidente Favo e past president della European Cancer Patient Coalition — constatano con viva amarezza che nella fase 2 è stato invece fatto molto poco per garantire continuità di accesso alla diagnosi, ai trattamenti terapeutici e agli screening, condizione questa che porterà a registrare inevitabilmente un consistente aumento del numero di morti per cancro, non soltando nel 2021, ma anche negli anni successivi.” qui l’articolo completo
Già nel mese di maggio la FAVO, Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia, aveva evidenziato il problema.
Con lo scoppio dell’epidemia il 64% degli interventi chirurgici oncologici ha subito rallentamenti e le visite specialistiche sono diminuite del 57%.
Le associazioni, i pazienti e la comunità scientifica hanno stilato un documento per chiedere interventi urgenti delle Istituzioni, ancora latenti nell’affrontare la questione.
La medicina oncologica chiede un rafforzamento dell’assistenza a livello regionale. La malattia ha un forte impatto sulla vita del paziente e delle persone che lo assistono quotidianamente, quindi è necessario implementare l’organizzazione a livello nazionale e locale.
La creazione di reti oncologiche regionali e il potenziamento della telemedicina consentirà di migliorare i livelli di appropriatezza, di garantire un accesso più equo alla cure e di risparmiare risorse consentendo la diffusione e l’uso di farmaci innovativi.
Il mondo della ricerca e della medicina oncologica si prepara a nuove sfide, tra le quali salvare almeno tre milioni di vite entro il 2030.
La mission rappresenta una grande opportunità per unire eccellenza e assistenza al fine di prevenire, ottimizzare la diagnostica e le cure e migliorare la qualità della vita del paziente.
Non si muore di solo Covid19 ed è necessario per i pazienti riprendere i percorsi specialistici interrotti negli ultimi mesi.
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