Il 2020 è stato un anno particolarmente difficile per il sistema sanitario nazionale. In Italia, paese particolarmente colpito dal COVID-19, molte risorse mediche sono state destinate alla lotta contro questo virus. Purtroppo però, tutta l’attenzione mediatica e la paura che si è creata attorno alla pandemia ha indirettamente messo in secondo piano tutte le altre patologie. Tra cui si evidenzia un calo drastico degli esami per la prevenzione dei tumori.
Per capire il dato, bisogna partire dal blocco delle visite che si è verificato con il primo lockdown nazionale (9 marzo – 18 maggio). Il rinvio di tantissimi test clinici è stato inevitabile, visto l’obbligo di rimanere a casa. Ma poi, durante la fase di riapertura, non è seguita la ripartenza che si sperava.
L’immunologo Alberto Mantovani denuncia, in una recente intervista a “La Stampa”, la situazione critica riguardo la diminuzione degli esami mancati: “I numeri sul cancro sono drammatici. Nei mesi scorsi abbiamo perso un milione e mezzo di esami senologici e ci sono dati simili su altri tumori. Le persone hanno paura di ospedali e ambulatori e questo provoca danni enormi, mentre tutto si può fare in sicurezza.”
Il quadro è chiaro: una delle cause della mancata ripartenza degli screening è la paura delle donne a curarsi, visto che l’ospedale viene visto come luogo di possibile contagio. Ma bisogna andare avanti, cercando di convivere con un virus che non verrà debellato molto velocemente, evitando di sottovalutare la prevenzione per altre patologie con alto tasso di incidenza come il tumore al seno.
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